Energia Alternativa: Tabacco per produrre Energia Pulita

Energia rinnovabile con la colza, con la soia e perfino con il mais. Una via nuova rispetto al petrolio, ma con due grandi limiti: sfruttare queste piante per produrre energia ne fa aumentare incredibilmente il prezzo e crea uno scompenso alimentare. Perché se il mais diventa energia e non farina, il prezzo del pane vola alle stelle e soprattutto la quantità diminuisce.

Invece al tabacco energetico non aveva mai pensato nessuno. Così, mentre a Pavia si pensa di convertire a scopi energetici tutti i campi attualmente dedicati alla barbabietola da zucchero, Corrado Fogher, direttore della «Plantechno» di Vicomoscano, azienda leader nel campo delle ricerche sui vegetali, ha avuto l' intuizione e l' ha immediatamente brevettata.


Perché non provare a produrre calore ed elettricità utilizzando il tabacco? In fondo «non è una pianta alimentare, cresce anche in terre marginali e soprattutto produce molto».

Ogni ettaro di girasole produce 10 quintali di olio, pronti per essere bruciati. Con un ettaro di tabacco se ne fanno 20 quintali, il doppio. Ma incrociando le varie tipologie di tabacco, si ottiene una pianta in grado di produrne una quarantina di quintali. E il miglioramento genetico avviene in maniera del tutto naturale, senza l' utilizzo di Ogm.

Ma 40 quintali d' olio di tabacco a cosa corrispondono? Il calcolo è semplice: un litro d' olio produce qualcosa meno di diecimila kilocalorie, quaranta quintali significa circa quaranta milioni di kilocalorie. In termini pratici dal punto di vista energetico, cioè per avere acqua calda, riscaldamento ed elettricità, un' azienda può essere autosufficiente con soli cinque ettari di tabacco. Molto meno che per avere energia dal mais, e senza l' inconveniente che il mais è una pianta alimentare.
«A quel punto, dopo le prove in laboratorio - spiega Fogher - abbiamo contattato la ditta "Bracco" di Brescia, che realizza presse, e la "Elcos" di Cremona, che produce generatori.

Insomma, abbiamo già dato vita a una filiera energetica. Il tabacco viene coltivato, il seme viene pressato e trasformato in olio, quindi l' olio viene bruciato e convertito, grazie al generatore, in energia».

Sembra tutto così semplice, eppure quello del tabacco energetico è solo il primo di tre traguardi da raggiungere. «L' olio di tabacco può diventare biodiesel, quindi carburante per auto - spiega il direttore della "Plantechno" - miscelandolo con il 25% di olio di palma, per cambiare il rapporto acidi-grassi, si ottiene un biodiesel».

Manca solo che l' olio di tabacco finisca sulla tavola degli italiani. «In effetti, quello è il terzo obiettivo - sorride Fogher - l' olio di tabacco è ricco di Omega 6. Manca qualche verifica, ma dopo le prime prove credo che il tabacco abbia tutte le caratteristiche per diventare un olio dietetico».

L' obiettivo primario rimane però quello dell' energia. In provincia di Cremona ci sono già 4 ettari coltivati a tabacco. «Fino al 2013, l' Ue erogherà finanziamenti per produrre tabacco energetico. E, per il 2008, la tecnologia sarà già pronta».

Tabacco per riscaldare le case: la Lombardia è in prima fila. Per condire un' insalata, invece, occorrerà aspettare ancora qualche anno.

Il protagonista, Corrado Fogher, è il direttore scientifico e proprietario della «Plantechno» l' azienda di Vicomoscano, in provincia di Cremona, leader nel campo delle ricerche sui vegetali. Presso l' università Cattolica del Sacro Cuore, è professore associato di genetica agraria.

Con la sua «Plantechno» ha raggiunto risultati importanti nella ricerca sul riso e su altre piante, ma è sul tabacco che ha ottenuto risultati importanti. In particolare, nella ricerca sul «tabacco terapeutico» si è occupato di curare malattie come l' Alfaglucosidasi, la malattia di Fabry e la malattia di Gaucher, utilizzando proprio la pianta di tabacco per produrre farmaci

Questo articolo è stato pubblicato originariamente da Andrea Silla su http://www.laleva.org, il 6 giugno 2007, con il titolo "Energia dal tabacco, brevetto a Cremona", sotto licenza Creative Commons 1.0.